“Attualità nel trattamento dell’ernia del disco”. Questo è il titolo dell’incontro che si è svolto a Padova organizzato dal centro Blu Center sotto la direzione scientifica del Dott. Balsano. Il corso ha visto tra i relatori esponenti di spicco che hanno relazionato sulle nuove linee guida per la prevenzione ed il trattamento della lombalgia. L’ernia del disco rappresenta una patologia molto diffusa, specie nei paesi industrializzati, dove l’incidenza assieme alla lombalgia può raggiungere il 70% nella popolazione lavorativa. Il termine “ernia del disco”, però, è spesso utilizzato in maniera troppo vaga e superficiale, sia da parte dei pazienti che degli operatori sanitari, creando spesso confusione ed incertezza.
Non a caso esistono sul mercato moltissime scelte terapeutiche per il trattamento che coinvolgono numerose figure professionali e non, spesso con terapie non congrue e scientificamente provate. Nel campo del mal di schiena, più che in altre patologie, si incontrano persone che si sono sottoposte a terapie e trattamenti estremamente variegati con risultati non sempre all’altezza del problema. La ricerca e lo studio sulle “evidenze scientifiche” ci aiuta notevolmente nel raggiungimento del risultato. Oggi la letteratura tende a limitare l’intervento chirurgico ai soli casi di evidente danno neurologico, dato il rischio di recidiva dopo intervento. Nelle fasi acute è di grande supporto l’uso di farmaci e terapie antalgiche e antinfiammatorie comprese alcune tecniche di massaggio. Nella fase di prevenzione e di conservazione è decisamente utile la ginnastica antalgica; l’unica attività in grado di non solo alleviare i sintomi, ma di incidere sulla causa del mal di schiena. Il cambiamento degli equilibri e della distribuzione dei carichi tra vertebra e vertebra migliora la funzionalità del disco, la situazione circolatoria e la tensione su muscoli e legamenti, producendo un effetto benefico duraturo. Il paziente non deve rivolgersi al medico sperando in una guarigione assoluta.
Il medico può fare una corretta diagnosi e aiutare a ridurre il dolore ma il danno alla schiena esiste e rimarrà. Si può non soffrire, ma non guarire in senso assoluto. Un rachide debole deve essere seguito con la giusta attenzione, svolgendo anche una moderata ma costante attività motoria. Bisogna preservare il nostro corpo se vogliamo che duri a lungo e per questo serve un nostro ruolo quotidiano attivo e cosciente.
Articolo redatto da
Prof. Diego Sarto
Direttore scientifico.
Docente di posturologia e chinesiologia applicata UNIVERSITA’ DI PADOVA